Quando la caffeina aiuta a stare meglio
Non è chiaro il motivo, ma poche cose sono state tanto criminalizzate come il caffè. Troppo spesso, soprattutto in tempi recenti, questa bevanda è stata più volte messa sul banco degli imputati; l’accusa: nuoce alla salute.
Credenze popolari, unite ad osservazioni dei ricercatori, hanno via via condannato o assolto la bevanda. Al caffè si è attribuita la responsabilità di una gamma infinita di malattie. Studi approfonditi condotti sugli effetti della caffeina hanno però anche stabilito da tempo che il componente più noto del caffè può essere considerato addirittura un medicamento utile in diversi casi.
Per il caffè, comunque, vale l’antica regola, così semplice nella sua saggezza da sembrare banale, che non vieta l’uso di una sostanza, ma l’abuso che se ne può fare. Attenendosi quindi a queste indicazioni, è possibile bere in completa serenità una tazza di caffè che, nelle giuste dosi, non solo non danneggia ma stimola la mente e provocando una lieve eccitazione cerebrale, determina un pronto risveglio, maggiore capacità di associare le idee, percezione più rapida delle impressioni sensitive, agilità di memoria, facilità di parola, potenzia le capacità muscolari in genere e, proprio perché legato ad un momento di pausa, aiuta anche a sorridere (fatto questo certo non trascurabile!).
Dunque, per quanto spesso si sia parlato del caffè come di una bevanda nociva alla salute, nessuno degli allarmi lanciati si è dimostrato fondato, a patto naturalmente di consumarlo in quantità ragionevoli.
Certo chi soffre di alcune malattie deve fare attenzione e limitarne il consumo. Vediamo in proposito alcuni casi emblematici. E’ certo sbagliato dire che il caffè fa salire la pressione in modo sensibile, ma gli ipertesi o i cardiopatici gravi dovrebbero limitarsi a bere un caffè al giorno, per evitare di correre inutili rischi. Espresso, moka, caffè filtro non aumentano il tasso di colesterolo nel sangue. Esiste solo qualche dubbio per quanto riguardo il consumo di caffè bollito.
Chi fatica ad addormentarsi, chi è facilmente eccitabile, chi attraversa un periodo di grande tensione nervosa, può risentire negativamente di un consumo esagerato di caffè che, essendo un eccitante della corteccia cerebrale, acuisce queste reazioni. Alla domanda “quanto caffè posso bere?”, la risposta dei medici è: “quanto ne tolleri”. Ognuno di noi, infatti, ha una propria soglia, che varia da individuo a individuo. C’è chi non dorme se beve una tazzina a metà pomeriggio e chi si concede parecchi caffè fino a tarda sera senza risentirne minimamente: non esiste una regola. E’ vero però che l’organismo si abitua al caffè: quindi, bevendolo, è possibile attenuarne gli effetti.
La media considerata equilibrata, comunque, è di 4-5 tazzine al giorno (che equivalgono a 400 milligrammi di caffeina), mentre quella che si consiglia di non superare e di 8-10 (600 mg. di caffeina).
Gli effetti di moka ed espresso non variano soltanto da individuo ad individuo, ma anche secondo i momenti della giornata. Al mattino, il caffè aiuta a recuperare lucidità più rapidamente e mette in moto reni ed intestino, facilitando la ripresa delle funzioni fisiologiche. A metà mattina dà una sferzata di energia che allontana la fatica e aiuta la concentrazione, oltre ad attenuare la fame. Dopo pranzo stimola la digestione e scaccia la tipica sonnolenza. A metà pomeriggio dà tono e, per chi fa sport, aumenta la resistenza muscolare. Alla sera, se si prevede di lavorare o di affrontare qualche impegno, dà la carica, ritarda la comparsa del sonno e stimola la creatività.
Si sente spesso dire che il caffè faccia dimagrire. Ma è vero? Va subito detto che una tazzina di caffè amaro è praticamente acalorica (2 calorie); Macchiato con il latte sale a 10 calorie, mentre ogni cucchiaino di zucchero apporta 20 calorie: quindi si può affermare che il caffè amaro non fa ingrassare. Quanto a far dimagrire è ben diverso: è vero che la caffeina è in grado di aumentare il consumo di calorie del corpo a riposo, ma è altrettanto vero che questo fenomeno si verifica nelle persone che non consumano abitualmente caffè: non appena l’organismo si adatta, questo fenomeno svanisce.
Non va però dimenticato che il caffè può attenuare la fame: una tazzina bevuta a metà mattina o pomeriggio consente di ritardare l’insorgere dell’appetito. Per chi è a dieta, quindi, costituisce un ottimo rompi digiuno a zero calorie, che aiuta ad arrivare all’ora di pranzo senza cedere alle tentazioni di spuntini. Ma quanto dura l’effetto del caffè? Dal momento in cui viene sorseggiato a quello in cui si comincia a beneficiarne degli effetti, passano da 15 a 45 minuti, il tempo sufficiente perché la caffeina venga assorbita dall’organismo. In base al tipo di vita e di abitudini, questi effetti hanno una durata variabile.